Nel periodo appena precedente il
Carnevale le vetrine dei pasticceri e dei fornai, a Firenze, si riempiono di
schiacciate, il dolce tipico del momento e anche a casa se ne fanno parecchie. Non
è un dolce complicato né dal sapore particolare: pochi ingredienti e molto
tradizionali. Il fatto è che ognuno tenta ogni anno di riprodurre a casa la sua
idea di schiacciata, quel sapore e quella consistenza che un giorno gli sono
sembrati appartenere alla schiacciata perfetta. Il dilemma prima è su quale
versione della torta scegliere, tradizionale –con strutto e lievito di birra– o
semplificata –con olio e lievito chimico– poi quale proporzione degli
ingredienti seguire per riprodurre l’idea che ha in testa. Dopo anni di prove
con le ricette che via via trovavo qua e là ho fatto un esame di coscienza e
sono addivenuta alla seguente conclusione: a me la ricetta tradizionale non
piace. Lo strutto, se è meraviglioso nel salato, nei dolci si sente e io ho il
palato rovinato da anni e anni di burro e/o olio. Inutile insistere. A me piace
la schiacciata del mio fornaio ma non ho idea di come la faccia. So solo che è
alta, soffice e un po’ umida all’interno.
La ricetta che ho seguito è
tratta da Torte per tutte le occasioni
di Maurizio di Mario: a me è sembrata che quella che più di tutti si avvicinava
alla schiacciata con la quale sono cresciuta. Per me è la ricetta (quasi)
perfetta.