mercoledì 29 giugno 2011

Caldo verde



Forse sono impazzita: mentre imperversa il caldo e l’afa, ecco che preparo una bella zuppa, da mangiarsi non dico bollente, ma certo tiepida… A mia discolpa posso dire che in Portogallo questa saporita zuppa si mangia tutto l’anno, a qualsiasi ora e quindi anche in pieno agosto a mezzodì. Era in origine la zuppa dei pescatori, che evidentemente affrontavano meglio le durezze dell'oceano con il calore di questo piatto. Il Caldo verde (caldo in portoghese significa brodo) è in apparenza semplice, ma allo stesso tempo pieno di contrasti e di sapori forti –come il Portogallo- e lascia una punta di nostalgia profonda, come un fado.

Eh? Come sono andata?? J

La ricetta è tratta da un libriccino dal titolo Portogallo: atmosfere, suoni e sapori (Milano, Curci 2009), che, oltre a un rapido profilo del paese, presenta una scelta di ricette e un disco di musica portoghese.

venerdì 24 giugno 2011

Torta di mandorle di Arabafelice



Non è stato facile scegliere tra le ricette di Arabafelice: ad ogni (quasi) sua ricetta postata esclamo: “Questa la devo fare assolutamente!!!” ma alla fine la scelta è caduta su questa torta alle mandorle. Il motivo è dei più meschini, però: avevo delle chiare d’uovo congelate e sapevo che LEI aveva proposto una torta di Luca Montersino di soli albumi e qualche altra diavoleria; mi sono messa a compulsare il suo blog e…eccola, la torta di mandorle senza tuorli, senza farina, senza burro ma con tante calorie lo stesso!!!
Nel seguire la ricetta ho fatto tutto il contrario di quanto consigliato da Arabafelice: non ho comprato le mandorle in polvere; non ho messo in freezer le mandorle intere prima di triturarle; non vi ho aggiunto l’amido per assorbire l’olio in eccesso; ho fatto lavorare il mixer fino a che le lame non sono diventate roventi, mentre la temperatura ambiente era di 30°. Chiaramente aveva ragione lei: ho passato una decina di minuti a spaccare i grumi formati dalle mandorle impastate dal loro stesso olio… Poi ho completamente ignorato il suo procedimento di cottura –passare dai 180° ai 170°- e, grazie alla mia bella pensata, ho abbruciacchiato i bordi della torta (sperò che non si noterà…). Ecco, penso che l’epigona della ricetta mi depennerà dal suo give-away sezione cannello da pasticceria, lo sento… Il fatto è che certe volte parto con il pilota automatico e non mi fermo a riflettere. Spero che Araba-Stefania mi perdonerà, anche in considerazione del fatto che -qui lo confesso- amo appassionatamente il suo ripiano di granito blu che fa da sfondo ai passaggi più arditi di qualche sua ricetta e anche le mattonelle bianche della sua cucina le trovo irresistibili…


lunedì 20 giugno 2011

Sorbetto al cioccolato



Con l’estate e con il caldo il cioccolato non va tanto d’accordo e spesso si preferiscono nei dolci sapori più freschi, come quelli della frutta. Spesso. In verità si può rinunciare ai cioccolatini, a farli e a mangiarli, ma eliminare del tutto il cioccolato…come si fa? Un dolcino al cioccolato, un gelatino oppure un sorbetto, appunto, bisogna concedercelo, tanto per conservare intatta la memoria consolatoria di questo ingrediente e mantenersi allenati ai fasti cremosi dell’inverno. Ecco allora un’altra ricetta di Paul A. Young, il suo sorbetto al cioccolato corretto con il ruhm. Il ruhm può anche essere sostituito da un liquore all’arancia, oppure eliminato se destinato a ospiti astemi oppure ai bambini. Consiglio però di mettercelo, il liquore e di gustarselo, il sorbetto alcoolico, di nascosto ai bambini…
Con questa ricetta partecipo al contest di Meris J'adore le chocolate


martedì 14 giugno 2011

Filetto di manzo al vinsanto con patè di fegato


Questo piatto è un tentativo, il tentativo di ricreare un sapore provato più volte con entusiasmo in un ristorantino in Oltrarno, a Firenze. In pratica è una rivisitazione in salsa (anzi direi “in patè”) toscana del classicone francese Tournedos à la Rossini. Al posto del foie gras c’è il patè di fegatini di pollo, che è immancabile in ogni casa toscana nei giorni di festa; invece del cognac c’è il più popolare Vinsanto e, senza nemmeno dirlo, al posto del burro si usa l’olio. Come in ogni piatto dove sia presente un vino o un liquore, la qualità dell’ingrediente alcoolico fa la differenza in fatto di sapore. Il risultato è stato un piatto delicato, nonostante le contaminazioni rustiche, buono quasi come quello di quel ristorantino (dove però io ritornerò…).

lunedì 6 giugno 2011

Plumcake al limone



Il dolce l’ho visto da Philo e me ne sono subito innamorata: è una ricetta di Pierre Hermé, il Picasso della pasticceria, nientemeno!!! Con le dosi indicate, parecchio abbondanti, ci vuole uno stampo da 28 cm oppure due stampi da 20 cm. Ho ridotto allora di un terzo le dosi, adattando il dolce a un normale stampo da 25 cm. Sembra un dolce di quelli che si piazzano in gola e poi ci vuole un litro di bevanda per mandarlo giù, ma lo sciroppo che vi si versa sopra, come se fosse un babà, lo rende invece gustosissimo e…scivoloso!!! Finisce presto, purtroppo…
Con questa ricetta partecipo al contest di Gianni Cucina a prova di bambino sezione Preparate per loro.